Disegnare l’Italia

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Nel suo nuovo 39° libro,  Federico Butera propone di affrontare i problemi e valorizzare le potenzialità del nostro Paese non solo attraverso azioni dall’alto ma partendo da processi partecipativi dal basso, fondati su un continuo “ridisegno” delle organizzazioni e dei lavori.

Questo libro sostiene che alla radice della debolezze del sistema produttivo e sociale italiano vi sia una non riconosciuta “questione organizzativa”: cioè una fragilità della grande maggioranza delle organizzazioni di produzione e di servizi e delle pubbliche amministrazioni, i cui effetti sull’economia e società italiane sono solo parzialmente compensati dalla eccellenza e innovazione di un limitato numero di campioni di punta.

Purtroppo lo sviluppo di organizzazioni efficienti, efficaci, competitive, sostenibili non è stato l’oggetto primario di politiche economiche, industriali, educative e neanche materia di robusti programma di ricerche e di formazione multidisciplinari.

Questo libro è un piccolo trattato destinato agli “architetti del nuovo lavoro” che sono membri delle istituzioni, manager, amministratori pubblici, docenti, ricercatori, sindacalisti che nella loro pratica professionale collettiva, mentre gestiscono e cambiano le singole organizzazioni e i sistemi di organizzazioni, sviluppano al tempo stesso nuovi modelli di lavoro e organizzazione che superino quelli burocratici e fordisti che hanno dominato il secolo scorso. Il libro propone loro modelli e metodi che consentano la rigenerazione delle organizzazioni italiane. I modelli organizzativi sono quelli tratti dalle migliori esperienze e dai modelli organizzativi di successo sviluppati dalle organizzazioni champion e studiati dalla ricerca italiana e internazionale. I metodi di cambiamento sono tratti da progetti e programmi partecipativi di progettazione congiunta di tecnologia, organizzazione, lavoro, condotti nelle singole imprese e amministrazioni. Essi includono anche “patti per il lavoro” a livello territoriale regionale e metropolitano.

Il libro presenta le ricerche e le esperienze dell’autore e dei suoi colleghi dell’Istituto Irso e formula 6 proposte che innovano la cultura organizzativa e sfidano i conservatori e i profittatori proponendo cambiamenti concreti agiti dai tanti innovatori così forti ma così isolati:

1.    Promuovere la responsabilità sociale dell’impresa sviluppando l’impresa integrale
2.    Digitalizzare le organizzazioni attraverso la progettazione congiunta di tecnologia, organizzazione, lavoro
3.    Superare lo storico insuccesso del new public management promuovendo pubbliche amministrazioni mission driven che architettano e gestiscono reti di servizi efficienti
4.    Uscire dalla tradizionale dicotomia ideologica fra “il piccolo è bello” versus “la necessità di crescita dimensionale delle imprese “ attraverso la progettazione e gestione di ecosistemi e reti organizzative governate
5.    Sburocratizzare le organizzazioni sviluppando l’organizzazione reale che sta sotto la punta dell’iceberg dell’organizzazione formale: ossia potenziando e integrando le multiple fonti di regolazione sociali dell’organizzazione, quali la cultura , i processi, le tecnologie abilitanti, i sistemi professionali, e altro
6.    Sviluppare il lavoro di qualità assicurando insieme la valorizzazione delle organizzazioni e la buona qualità della vita alle persone attraverso la professionalizzazione di tutti, ossia la progettazione di ruoli aperti e di professioni e mestieri a larga banda.

Questo libro spiega come si fa ad attuare queste proposte. Due sono le classi di proposte che il libro suggerisce partendo dal riconoscere, valorizzare e disseminare le migliori esperienze  di organizzazioni private e pubbliche che hanno avuto successo economico e sociale. Le due proposte sono: a) I cantieri partecipati nelle singole imprese e Pubbliche Amministrazioni e b) politiche pubbliche per promuovere organizzazioni e lavori di qualità.

 

a)   I cantieri sono progetti nelle singole imprese, Pubbliche Amministrazioni, organizzazioni del terzo settore  tesi a promuovere contemporaneamente  prosperità delle singole organizzazioni, un’alta qualità della vita alle persone e una marcata sostenibilità ambientale e sociale. L’approccio è quello della “sociotecnica 5.0” che consiste in progetti condivisi tra management, maestranze, ricerca, scuola, sindacati, utenti per configurare soluzioni  integrate e innovative di tecnologia, organizzazione e lavoro: concretamente soluzioni basate su tecnologie digitali abilitanti , ecosistemi e reti organizzative governate, organizzazioni reali animate da team eccellenti, ruoli aperti e professioni a larga banda;  formazione continua.
b)   I  programmi di politiche pubbliche sono quelli che incentivino e supportino questi cantieri. Lo avevano fatto Roosevelt con il New Deal in USA, De Gasperi con la ricostruzione postbellica in Italia, Schimdt con la Mitbestimung in Germania, Clinton e Gore con il programma Reinventing Government in USA. Lo ha fatto negli scorsi anni la Regione Emilia Romagna con il Patto per il lavoro e per il clima.

Il libro è uno strumento di lavoro destinato agli “architetti del nuovo lavoro” e un testo di studio per le ragazze e i ragazzi che entrano nel mercato del lavoro affinché non diventino dipendenti insoddisfatti ma essi stessi architetti competenti e consapevoli della riprogettazione dell’Italia, società di organizzazioni.

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