In Regione Emilia Romagna – scrive Francesco Frieri Direttore Generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni – siamo in una fase di sperimentazione abbastanza avanzata, abbiamo deciso di investire e di rischiare su un nuovo approccio al lavoro pubblico. La nostra organizzazione ha 5.700 postazioni e 4.700 dipendenti, compresa l’Agenzia per il Lavoro, 4mila sono dipendenti diretti. Abbiamo già 480 persone in telelavoro, a cui si aggiungono ora 100 smart worker. Gli smart worker saranno persone senza più cartellino, con totale autonomia. Per loro abbiamo coniato questo motto: “da impiegati a professionisti”. Noi non ci interroghiamo quando vediamo un professionista che non sta seduto al posto di lavoro, non contestiamo quante pause fa durante il giorno, ma teniamo conto della sua reputazione professionale e della qualità del suo lavoro. L’approccio deve essere lo stesso. Vorrei inoltre ricordare che il dipendente pubblico, come ormai ognuno di noi, ha già un dispositivo personale che è connesso 24 ore su 24, quindi il nostro problema non è più controllare cosa fa utilizzando mezzi aziendali. E non è solo una questione di tecnologia, ma anche di relazioni sociali, visto che il dipendente avrà una sua dimensione sui social network e che questi spesso macinano le decisioni della stessa PA, di cui egli fa parte, con una velocità molto maggiore di quella interna all’amministrazione.
Approfondimenti sul tema dello smart work
- Smart working: da impiegati a professionisti. Una vera nuova “rivoluzione industriale”
- Uffici reali e uffici virtuali, di Federico Butera (PDF)