I fattori della quarta rivoluzione industriale: tecnologia, organizzazione, lavoro
Le nuove tecnologie digitali in tutto il mondo stanno già cambiando i sistemi industriali: robotica avanzata, manifattura additiva, automazione integrata dei processi produttivi, internet delle cose, virtual e augmented reality, messa in rete di attività produttive e progettuali, impiego dei big data, intelligenza artificiale e molto altro.
Come sviluppare gli altri due fattori della quarta rivoluzione industriale: organizzazione e lavoro
Le attuali tecnologie digitali sono chiamate abilitanti perchè consentono potentemente di disintermediare; gestire e generare la conoscenza; connettere le operazioni delle aziende e di clienti; accelerare le decisioni; velocizzare i cambiamenti di prodotti e prestazioni; essere il nucleo di prodotti e servizi di qualità nuovi e personalizzati allo stesso costo della produzione di massa. Ma perché tutto questo avvenga, la tecnologia non basta. Occorre attivare gli altri due fattori della quarta rivoluzione industriale: l’organizzazione e il lavoro anch’essi di nuova concezione.
- Una nuova idea di impresa e di organizzazione: formulare e realizzare strategie di impresa centrate su nuovi business model e su nuovi prodotti e servizi centrati sui clienti; configurare reti organizzative planetarie; sviluppare unità organizzative flessibili; predisporre sistemi di coordinamento e controllo non solo gerarchici; favorire una nuova cultura ed etica dell’impresa
- Una nuova idea di lavoro basata su responsabilità sui risultati, presa in carico del cliente interno o esterno, relazioni con altre persone e con il sistema tecnico, azioni di recupero di varianze, disponibilità a contribuire al miglioramento e all’innovazione continua, messa in campo di competenze tecniche necessarie per svolgere il task (hard skills) e competenze e capacità di creatività, cooperazione, comunicazione, condivisione di conoscenze, contributo alla comunità (soft skills). Un lavoro che susciti impegno e passione. Un lavoro che includa anche il workplace within, ossia il posto di lavoro che è dentro le persone fatto delle loro storie lavorative e personali, della loro formazione, delle loro aspirazioni e potenzialità.
ll problema: si può vincere la gara contro le macchine? Brynjolfsson e McAfee (La nuova rivoluzione delle macchine, Feltrinelli) hanno scritto che è in corso una gara del lavoro contro le macchine. C. B. Frey e M. A. Osborne (The Future Of Employment, Oxford University) hanno valutato che il 47% dei lavori sono destinati a essere automatizzati nei prossimi 10-20 anni. McKinsey valuta che il 49% delle ore lavorate potrebbero essere teoricamente computerizzate, con una riduzione di 11.900 miliardi di dollari. Abbondano gli elenchi di lavori umani sostituibili dalle macchine: blue and white collar jobs ripetitivi di fabbrica, data entry, cassieri dei supermercati, sportellisti bancari e pubblici, operatori di call center e moltissimi altri. E anche esperti nei servizi turistici, nei servizi sanitari. Ma anche ingegneri, medici, insegnanti, consulenti. Si stima che nello sviluppo della quarta rivoluzione industriale in Europa, il saldo fra lavori automatizzabili e nuovi lavori qualificati potrebbe essere di un -30%, ossia 4 milioni di lavoro in meno. E inoltre chi perde il lavoro raramente può ricoprire i lavori più qualificati.
Come vincere la gara contro le macchine?
- Allargare la torta. Creare nuovi mercati e nuovi prodotti
- Organizzazioni di nuova generazione. Sviluppare sistemi tecnico-organizzativi più efficienti e efficaci
- Imprese integrali. Adottare criteri di ottimizzazione congiunta di economicità e sostenibilità ambientale e sociale
- Professionalizzazione di tutti. Forme di lavoro a più alto livello di creatività, di produttività, di valore per il cliente e con migliore qualità della vita
- Non lasciare solo chi ha perso o rischia di perdere il lavoro. Ristrutturare radicalmente i sistemi per il retraining e la ricollocazione
- Reinventare la scuola. Innovare, nel che cosa e nel come, la formazione e istruzione dei giovani
- Formazione continua per tutti. Imparare ad imparare e a cambiare
Reinventare impresa e organizzazione Strategia di impresa.
Il business model dell’impresa 4.0 sarà centrato su personalizzazione dell’offerta, servitizzazione, economia circolare, customer satisfaction di clienti, competitività rispetto ai modelli low cost.
- Reti organizzative. Le tecnologie nella quarta rivoluzione industriale consentono l’attivazione di filiere altamente connesse, capolavori di logistica e di connessioni informatiche. Ma esse, per avere il successo che promettono, devono dare luogo a reti organizzative governate, ossia a sistemi imprenditoriali e organizzativi innovativi e di grande complessità. Esse sono fatte di catene del valore efficaci, processi interorganizzativi ben disegnati, unità vitali e autosufficienti, connessioni economiche e culturali, strutture multiple e soprattutto una governance forte e non burocratica: in una parola potenti sistemi socio-economici.
- Funzionamento organizzativo. Nella quarta rivoluzione industriale può e deve emergere il “modello organico di organizzazione”, un costrutto squisitamente sociale. Esso sarà dato da sistemi strutturalmente flessibili, profondamente diversi dalla macchinale organizzazione classica e sarà caratterizzato da: a) unità organizzative autonome centrate su processi e sui risultati; b) sistemi sociali basati su conoscenza diffusa, cooperazione autoregolata, interazioni fra persone e fra tecnologie, creatività, comunità. È il team il modello oggi più diffuso in tutte le organizzazioni creative. La “scienza dei team”, che non è solo “comportamento organizzativo”, viene sviluppata con successo da Avio Aero, Pirelli, Poliform e tante altre aziende, come scrive Segantini.
- Nuovi mestieri e nuove professioni. I nuovi lavori nella quarta rivoluzione industriale in realtà sono nuovi ruoli, ossia “copioni” da agire nel contesto di lavoro e basati su 1) responsabilità su risultati, 2) contenuti operativi continuamente migliorabili e perfezionabili, 3) gestione positiva delle relazioni con le persone e con la tecnologia 4) continua acquisizione di adeguate competenze. Gli innumerevoli ruoli nella quarta rivoluzione industriale sono poi raggruppati in mestieri e professioni nuove, broad professions caratterizzate da un ampio dominio di conoscenze e capacità costruite con un riconoscibile percorso di studi e di esperienze e da un “ideale di servizio”. Esaminiamo alcuni di questi ruoli e professioni che emergono nella quarta rivoluzione industriale. I tecnologi, così come altri esperti di altre discipline, dovranno diventare architetti multidisciplinari di sistemi socio-tecnici, capaci cioè di concepire e ingegnerizzare insieme modelli di business, mercati, obiettivi, tecnologie, processi, organizzazione, lavoro, cultura. Pensiamo ad esempio al progettista di tecnologie, al knowledge owner di una funzione aziendale, al manager di impresa, all’imprenditore, al consulente. Con molta probabilità il soggetto organizzativo che potrà svolgere questa funzione non è un ruolo singolo ma è un team fatto di portatori di competenze e punti di vista diversi. Altre figure cruciali nello sviluppo della quarta rivoluzione industriale sono i tecnici superiori e i professional: integratori di tecnologie e organizzazione, gestori di varianze e fenomeni inaspettati, responsabili del monitoraggio e soprattutto impegnati nel coinvolgimento e guida delle persone. Alcuni di loro oggi sono identificati come esperti di dominio, manutentori, venditori, team leader e altri. Nella quarta rivoluzione industriale figure essenziali sono gli artigiani impegnati nelle aziende dell’Italian Way of Doing Industry, che sono caratterizzate da qualità, bellezza, personalizzazione del prodotto: scarpe, abiti, mobili, cibo ma anche software “fatti apposta per il singolo utente finale”. Si stima che in Italia vi sia un 10% circa di artigiani e operai specializzati con l’”intelligenza nelle mani”, che adotteranno intensivamente le tecnologie digitali. E che ne sarà degli operai? Certamente una parte delle attività operative di pura manipolazione sarà sostituita dalle tecnologie, molte operazioni saranno eliminate per l’impiego di tecnologie innovative (la stampa 3D invece del casting) ma rimarranno necessarie figure di operatori di processo e manutentori che opereranno sui sistemi attraverso le tecnologie informatiche. Il loro livello di formazione sarà molto più elevato. Le figure di “operai aumentati” dalle tecnologie che usano sono già diffuse in tutti i settori.
Per uno sviluppo più approfondito di questa tematica
• Vedi la lezione alla Scuola di Politica di Trento
• Progettazione del lavoro e partecipazione nella Quarta Rivoluzione Industriale dopo il Covid-19, in E. Mingione (a cura di) Lavoro. La grande trasformazione, Annali Feltrinelli, 2020
• I tre pilastri della Quarta Rivoluzione Industriale, in Harvard Business Review, 1, 2018