Il lockdown imposto dall’epidemia di coronavirus ha generato un esperimento esteso senza precedenti: 7 milioni di persone hanno lavorato a casa praticando il telelevoro/smart working/lavoro agile o comunque vogliamo chiamarlo. Prima solo il 15% lavorava per una o due giornate così.
Per quasi il 90% delle aziende italiane lo smart work è qui per restare, almeno nella forma di lavoro ubiquo, ossia parte in presenza e parte in remoto . È quanto emerge da un report di Aidp, l’Associazione italiana per la direzione del personale che ha coinvolto 850 tra direttori del personale e aziende. Le norme sullo smart working introdotte a seguito dell’emergenza pandemica, sono state prorogate a fine giugno 2022: e dopo?
Dall’indagine Aidp emerge come il 37% delle aziende ha già definito una policy per il rientro al lavoro dopo il 30 giugno . Un 32% invece sta ancora discutendo un accordo interno mentre il 30% è in attesa di capire se ci sarà un’evoluzione della normativa prima di prendere una decisione.
Ma quasi tutte hanno aperto riflessioni e cantieri per prepararsi allo sviluppo di una New Way of Working, dove cambia non solo il dove ma anche il come si lavora. L’ascolto e l’apprendimento delle esperienze positive e negative del lavoro a casa imposto dal lockdown possono essere un acceleratore del profondo cambiamento del lavoro e dell’organizzazione iniziato da tempo.
Di seguito alcune pubblicazioni e qualche video sul lavoro di ricerca, progettazione, dibattito e comunicazione avviato dalla Fondazione Irso sul passaggio dal lavoro agile alla new way of working, in collaborazione con università, società di consulenza e di ICT, imprese e amministrazioni pubbliche.
Si segnala in particolare l’ultimo lungo articolo “Progettare e sviluppare una new way of working” pubblicato su Lavoro, Diritti, Europa.
Smart working è una opportunità per avviare cantieri per cambiare il lavoro e le organizzazioni nelle imprese e nelle Pubbliche Amministrazioni. Dopo l’emergenza, lo smart working potrà consolidarsi e diffondersi solo se sarà progettato e gestito con rigore, metodo e appropriatezza ai diversi contesti, scegliendo la giusta proporzione fra lavoro in sede e lavoro remoto. Un lavoro ubiquo e uffici blended fra il fisico e il virtuale possono funzionare bene a tre condizioni socio- organizzative: superare la concezione dell’ufficio-fabbrica; favorire organizzazioni basate su sistemi sociotecnici orientati a obiettivi produttivi e sociali misurabili e sulle 4C (Cooperazione autoregolata, Condivisione delle conoscenze, Comunicazione estesa, Comunità performante); ridisegnare il lavoro sui ruoli e sulle professioni superando mansioni, posizioni e livelli.
Le nostre proposte riguardano:
a) Metodi, modelli e soluzioni con cui progettare e gestire lo smart working nelle singole imprese e Pubbliche Amministrazioni: 13 linee di azione praticabili.
- Concezione dello smart working
- Aspetti legali
- Infrastrutture telematiche
- Tecnologie di supporto
- Modalità di gestire lavoro e vita
- Mindset
- Proporzione fra lavoro in sede e remoto
- Concezione degli uffici
- Interior design degli uffici
- Ridisegno degli spazi casalinghi
- Organizzazione e sistema socio-tecnico
- Lavoro e sistema professionale
- Relazioni industriali
b) Politiche pubbliche
- Un grande programma di ricerca multidisciplinare sull’“esperimento smart working” per comprendere quello che è avvenuto davvero durante e subito dopo il lockdown per diffondere best practices ed evitare errori, condotto da centri di ricerca di universitari, associazioni datoriali e sindacali
- Un nuovo assetto normativo che assicuri o diritti e la qualità della vita di lavoro dei lavoratori e manlevi il datore di lavoro dai rischi legali
- Investimenti nelle reti telematiche
- Incentivi fiscali per l’acquisto di attrezzature digitali, trasformazione degli uffici e degli ambienti domestici
- Un programma di KBS (knowledge based services , supporti professionali) alle PMI e alla Pubblica Amministrazione offerti dalle università, società di informatica, consulenza, formazione, interior design con modalità e costi sostenibili
• Leggi articolo di Butera “Progettare e sviluppare una new way of working”, in Lavoro Diritti Europa
• Leggi articolo Butera “Dal lavoro agile alla new way of working”. Una road map per gli architetti del nuovo lavoro, in eticaeconomia, Marzo 2022
• Leggi Butera “Il lavoro agile come sperimentazione per una nuova way of working”, in Strada Maggiore 37 Newsletter della Rivista Il Mulino, 23 9 2021
• Leggi “Le condizioni organizzative e professionali dello smart working dopo l’emergenza: progettare il lavoro ubiquo fatto di ruoli aperti e di professioni a larga banda”, di Federico Butera, in Studi Organizzativi, 1, 2020
• Leggi “Dallo smart-working al lavoro ubiquo di qualità: una opportunità per cambiare il lavoro e le organizzazioni”, Harvard Business Review Italia, Settembre 2020
• Vedi Convegno Confindustria di Bari, Keynote Butera 27 10 2021
• Vedi Butera intervento al Festival della Sociologia 8 Ottobre 2021
• Vedi intervento in Summit Manufacturing 2020 Smart manufacturing e smart working
• Vedi Intervista di Francesco Seghezzi Adapt a Federico Butera Progettare il lavoro ai tempi del Covid-19
• Vedi Video di Federico Butera Progettazione del lavoro e dell’organizzazione nella remotizzazione.
• Vedi Confronto fra Federico Butera e Domenico De Masi sullo smart working.
• Vedi il video integrale. Web Conference 5 Giugno 2020 INNOVATION GROUP Smart working: tecnologie, organizzazione risorse umane, con Key note di Tito Boeri e intervento conclusivo di Federico Butera. Vedi Agenda.
• Vedi Webinar Fondazione Nord Est. Il futuro del lavoro
• Guarda l’intervista DIG Innova
• Vedi annuncio Digital Italy Summit. “Smart working come sta trasformando il lavoro, le imprese, le organizzazioni pubbliche”
• Vedi videoconferenza alla Casa della Cultura di Butera, De Michelis, Fuggetta